All'interno del territorio italiano il mondo dei farmaci generici deve ancora prendere piede in maniera priva di limitazioni. Questo farmaco, conosciuto anche con il nome di equivalente, può vantare medesima efficacia e tutela dei farmaci originatori (chiamati anche innovatori o, più specificamente di riferimento) ad un prezzo minore. All'atto pratico un farmaco generico ed un farmaco originale sono bioequivalenti, ovvero hanno le stesse garanzie di qualità e sono perfettamente sostituibili ed equivalenti all'interno di un piano terapeutico.
Le differenze tra queste due variazioni sul tema si possono trovare all'interno della composizione degli eccipienti o all'interno delle contesto tecnologico con cui lavorano le fabbriche di produzione.
Il livello di qualità viene assicurato dal monitoraggio attento dell'AIFA, ovvero l'agenzia italiana che si occupa di patrocinare la qualità del farmaco.
Il principale discrimine tra due farmaci che appartengono a queste categorie è dato dal prezzo al dettaglio. Commercializzare un nuovo medicinale richiede estensivi lassi di tempo di scientifica ricerca, capaci di prolungarsi fino ad arrivare a un decennio; a questi tempi vanno aggiunti importanti investimenti che sono completamente a carico delle industrie produttrici. La realizzazione di un farmaco infatti passa dalla scoperta di una molecola alla brevettazione del principio attivo.
Alla scadenza del brevetto tutte le aziende che vogliono possono produrre il medesimo farmaco, senza avere l'obbligo formale di effettuare studi clini e pre-clinici: l'unico requisito da rispettare è la dimostrazione della bioequivalenza.
Il risultato finale è quello di un farmaco speculare ma dal costo inferiore; parlando di punti percentuale il risparmio è stimabile in circa venti punti.